LE INTERVISTE … POSSIBILI
DELLA I E
Sogni, bisogni e
ricordi
Il Preside si …
confessa
La passione per la
campagna, l’ educazione dei figli (“Il padre non deve essere anche un amico”),
gli anni a Bologna, il futuro dello ‘Sforza’ : incalzato dalle nostre domande,
il prof. Marzo si è raccontato a cuore aperto
Il nostro preside è venuto a
farci visita, quando ha saputo che noi, la I E, volevamo fargli un’ intervista.
Si è presentato, come sempre, molto disponibile e aperto al dialogo; oltre che
vestito in modo elegante, camicia bianca e giacca beige.
Ci
siamo suddivisi in tre gruppi, e ogni gruppo ha formulato cinque domande nell’
ambito del privato, del mondo scolastico e dell’ universo giovanile. Il tempo è
volato.
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Può
tracciarci un breve profilo umano e professionale?
“Sono
stato ventidue anni a Bologna, dove mi sono laureato. Ho collaborato con la
facoltà di Psicologia per otto anni. Ho vinto un concorso da maestro elementare
e uno da direttore didattico. Poi sono tornato a… casa, per ragioni familiari.
Ho insegnato a San Giorgio, a Palagiano e a Taranto. Quest’anno sono tornato a
Palagiano, da dirigente dello ‘Sforza’. Quindici anni di studio dopo il diploma:
di certo un arricchimento”.
-
Come
concilia il lavoro con la sua vita privata, specie da quando è diventato
dirigente scolastico?
“Spesso
il lavoro lo finisco a tarda sera: ho poco tempo libero. Per mia fortuna dormo
solo cinque ore a notte, così la mia giornata può essere ancora più
piena”.
-
Può
parlarci dei suoi hobby preferiti?
“Non
avendo molto tempo libero ho dovuto abbandonarli: lo sport, per esempio. Mi
piace il lavoro di campagna, che mi permette di alternare all’ attività mentale
quella manuale e fisica”.
-
Quale
professione avrebbe voluto svolgere se non avesse lavorato nell’ ambito
scolastico?
“Il
medico, più precisamente il chirurgo. Sono affascinato dalla scienza medica. E
soprattutto mi piace prendermi cura degli altri”.
-
Come
si è comportato nei confronti di chi cercava di raccomandarle i propri figli,
parenti o amici?
“Cercavo
di far capire loro che la via della raccomandazione è una strada sbagliata, che
non bisogna inculcare finte scorciatoie perché bisogna dare sempre il meglio di
se stessi”.
-
Se
potesse portare a cena fuori un’attrice famosa, chi inviterebbe? E cosa
ordinerebbe?
(Dopo
un attimo di esitazione)
“Sophia
Loren, perché è la storia del cinema italiano. Ordinerei piatti tipici:
orecchiette e primitivo della mia cara Manduria, dove sono nato. Sono certo che
gradirebbe”.
-
In che
percentuale, nei confronti dei suoi figli, lei si comporta da padre, preside,
docente?
“ Sono un
padre severo: voglio che i miei figli imparino ad avere il senso delle regole.
Per me un genitore non può e non deve essere anche un amico. Le regole vanno
mantenute e rispettate. L’azione orienta il pensiero, proprio come il pensiero
orienta l’azione. Io ad esempio non ho mai chiesto soldi ai miei genitori per
studiare, sono sempre andato avanti da solo. Perché crescere vuol dire appunto
andare avanti”.
La 1^E in una lezione di Geografia del
Territorio con il Prof. Mastrangelo
-
Ha mai avviato
o pensa di avviare delle campagne di sensibilizzazione sul problema del fumo,
che sempre più coinvolge noi giovani?
“Si, ma più
in generale contro tutte le dipendenze: non solo contro il fumo, per il quale
affiggiamo cartelli nelle scuole. Ora mi sto impegnando a non far fumare i
ragazzi nei bagni. Io comunque consiglierei degli incontri con esperti. E noi
docenti dobbiamo essere i primi a rispettare le regole”.
-
Lei
pensa che le ultime generazioni leggano così poco a causa delle distrazioni
proposte dalla nuova tecnologia? Se è così, cosa si può fare per invertire la
tendenza a favore dei libri?
“ Prima di
tutto provate a leggere. Il libro è uno strumento che completa e non può
essere mai sostituito dalla tecnologia. Peraltro non si deve soltanto leggerlo,
ma anche rielaborarlo, sintetizzarlo e rileggerlo. Ricordatevi: la tecnologia ci
rende superficiali e vuoti, se le permettiamo di dominarci”.
-
Quali libri e
quali autori lei si sentirebbe di consigliarci, specie per il nostro tempo
libero?
“ Beh,
ideale sarebbe ogni lettura con una chiave psicologica. Ma i classici sono i
migliori, infatti li preferisco. Io vi consiglierei ‘ Il vecchio e il mare’ di
Hemingway, sono cresciuto con quel libro. Poi aggiungerei ‘Il signore delle
mosche’ di Golding, che narra la vicenda di alcuni ragazzi che si ritrovano su
un’ isola dopo un incidente aereo e finiscono col ripetere i peggiori
comportamenti degli adulti. Le più utili, comunque, restano quelle opere che ci
fanno interrogare sui nostri limiti e sulla nostra personalità”.
-
Negli ultimi
mesi dello scorso anno scolastico, quattro scuole della nostra provincia sono
state colpite dal terribile ed impensabile suicidio di altrettanti studenti.
Nessuno di loro, a quanto pare, aveva subito traumi familiari, scolastici,
sentimentali. Ma evidentemente un problema c’è, ed è molto grave. La vita non è
più considerata un valore?
“Bisogna saper
ritrovare il sentiero, come nella famosissima fiaba di Hansel e Gretel. Tutti, e
dico tutti, abbiamo rischiato o rischiamo di smarrirci. La paura più grande è il
nulla, ma dobbiamo riuscire ad andare avanti. Il bosco è metafora della vita, e
noi dobbiamo attraversarlo con valore e dignità”.
- Come è
cambiata la scuola italiana negli ultimi 30-40 anni?
“Secondo me la
scuola è cambiata soprattutto da che è diventata autonoma. Adesso possiamo
muoverci molto più liberamente, a tutto vantaggio dell’offerta
formativa”
- Scuola
e sport: un rapporto sempre più disastroso. Lei cosa ha intenzione di fare per
migliorarlo?Quanto a suo avviso è un problema di strutture e quanto di cultura
sportiva?
“Per migliorare
il rapporto scuola-sport, noi abbiamo chiesto alla elementare ‘Rodari’ la
disponibilità della palestra; almeno sino a quanto non sarà terminata la
costruzione della nuova sede. In generale, però, è la cultura sportiva che
bisogna acquisire. E promuovere.”
- Cosa
pensa della diffusione della droga e cosa può fare una scuola per impedirla, o
almeno per rallentarla?
“La droga, a
differenza del fumo e dell’alcool, crea la dipendenza più pericolosa perché
agisce sul sistema nervoso e quindi sul cervello. La scuola può aiutare il
giovane informandolo della gravità dei rischi che comporta la droga,anche
attraverso incontri scolastici come questo.”
-
Nell’ultimo mese ci sono state due novità, opposte tra loro. La bella notizia è
che l ‘ Amministrazione Provinciale ha stanziato un milione e 700 mila euro per
la nuova sede del nostro istituto. La brutta notizia è che il Ministro Gelmini
ha stabilito che verranno chiuse le scuole con meno di 500 studenti. Quanto
possiamo rallegrarci, e quanto invece dobbiamo preoccuparci?
“ Per ciò che
riguarda la nuova sede, tra tempi tecnici e burocrazia varia, i lavori
dovrebbero cominciare a partire da aprile 2009. Ma siamo pur sempre in Italia…
Quanto alla riforma Gelmini, essa in realtà porta avanti un piano di
razionalizzazione che già esisteva. Ci sono scuole con cento ragazzi: chiaro che
per la spesa pubblica una situazione del genere rappresenta un aggravio. Noi ne
abbiamo cinquecento, inoltre proponiamo diversi indirizzi. E contiamo di
crescere, perché le premesse ci sono tutte.”
Grazie,
Preside, e a presto!
La Prima E (Indirizzo Geometri)
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